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Presentato libro "Da Salvatore Giuliano a Luciano Liggio" di Vincenzo Cuomo e Gianfranco Milillo

“ Mai nella storia, così tanti hanno dovuto tanto a così pochi “ 

Con tali significative parole Winston Churchill, nella sua monumentale opera sulla Seconda Guerra Mondiale, intese ringraziare i piloti dei caccia britannici. Aviatori che con grande rischio individuale ed a costo di immensi sacrifici, erano riusciti prima a respingere e poi a porre termine, alle continue ondate di bombardieri germanici. Velivoli portatori di morte che quotidianamente sganciavano bombe sull’Inghilterra . Ciò nell’intento di ridurre in macerie ogni installazione militare ma anche e soprattutto fiaccare lo spirito di resistenza della popolazione civile.

Tale intensa frase, che racchiude una indubbia importante verità, per quanto verte il popolo italiano, la si può tranquillamente coniugare con l’Arma dei Carabinieri. Essi, da quel lontano 13 luglio 1815, sono stai ininterrottamente il baluardo di difesa contro ogni forma di pericolo esterno o interno intervenuto ad arrecare danno a Stato o Nazione.

In questo panorama di virtù, devozione e sacrificio, vi sono pure dei personaggi per i quali tutti turiboli del mondo non basterebbero ad elevare verso di loro il profumato incenso della gloria. In merito come non pensare subito al Generale Ignazio Milillo. Valoroso Ufficiale dell’Arma che combatté lungamente l’E.V.I.S. ed il bandito Giuliano, restando anche ferito nell’attentato di Bellolampo- Passo di Rigano (PA). Successivamente, ebbe ancora modo di distinguersi il 14 maggio 1964, nel corso di una brillante operazione di servizio con i carabinieri al suo comando, arrestò Luciano Leggio. Capo indiscusso della Mafia Corleonese.

Circa l’impianto narrativo di questo saggio, è da dire che abbiamo inteso evitare il classico schema della biografia. Schema ove i fatti, anche minori, della vita di una persona, si riconoscono e si accavallano. Esse è invece un capitolo di una recente storia d’Italia, in cui il filo conduttore è l’operato del Generale Ignazio Milillo. La trattazione si intreccia quindi con tutti quegli avvenimenti di cui è stato protagonista. Motivo per il quale questo libro  lo si potrebbe anche definire “tridimensionale”. Mi spiego meglio! Ciò in quanto su uno sfondo lontano abbiamo la storia d’Italia. In una posizione intermedia vi è poi quella dell’Arma dei Carabinieri. Infine, su un terzo livello, ancora maggiormente in risalto, vi sono il percorso umano e l’azione strategica del Generale Ignazio Milillo.

Circa questa nobile figura di carabiniere, m sia consentito ancora aggiungere che le parole di una ode che così recita: “Terror dei rei, e…schiavo sol del dover…”, sembrano essere state scritte apposta per lui. Fu un vero “ Veni, Vidi, Vici”, sempre al’insegna del successo. Il suo comportamento è così eloquente da rendere fiammeggiante qualunque parola che su di lui venga pronunciata. Fu un vero fedele servitore dello Stato, ma anche del concetto più alto della Giustizia. Nel suo operato vi è però anche un insegnamento da non trascurare. Quello di aver diffuso una “cultura della legalità” serena e corretta. Giusta fonte ove le giovani generazioni possano trovare di che estinguere l’arsura del loro desiderio di legittimità.

In conclusione altro non mi resta se non ringraziare tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a realizzare quest’opera. Non ultima la Casa Editrice “Largolibro, per la splendida grafica e la raffinata veste editoriale.

Circa infine le autorevoli presenze che questa sera hanno inteso gratificare con la loro partecipazione, mi sia consentito affermare che essi costituiscono soprattutto una sentita testimonianza di stima ed affetto nei riguardi di quella grande Istituzione che è l’Arma dei Carabinieri