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GIS: esercitazioni e simulazioni per prevenire gli attacchi terroristici - di Generale Gianfranco Milillo

La lotta al terrorismo passa anche dalle campagne di Livorno. Qui, nel territorio toscano di Valle Ugione (detta anche Valluggione) gli uomini del GIS, il Gruppo di intervento speciale dei carabinieri, si addestrano per scongiurare ogni eventuale attacco terroristico perpetrato da forze nemiche. Tra dirottamenti ed imboscate il reparto d’élite dei Carabinieri opera anche in contesti internazionali nella più assoluta segretezza. Prepararsi alle missioni non è una cosa semplice, ci vuole coordinazione, efficienza e precisione. Per questo motivo l’addestramento di questo corpo dell’Arma è tra i più duri e difficili, spesso a porte chiuse, a volte, come nella simulazione di guerra avvenuta venerdì 18 settembre, con la stampa nazionale e locale e diversi personaggi che hanno fatto la storia del gruppo di intervento speciale, primi tra tutti il comandante generale Tullio Del Sette ed il leggendario Comandante Alfa. Quella che i giornalisti hanno avuto la fortuna di vedere in prima persona è stata una straordinaria doppia esercitazione disseminata attraverso alcune vecchie casematte smantellate tra i boschi di Collesalvetti. Nella prima simulazione i militari dell’Arma si sono occupati della protezione di un ipotetico personaggio famoso accompagnato in mezzo alla folla (formata da sagome di cartone) tra le quali però si nascondono delle minacce da neutralizzare. La scena è veloce quanto precisa, gli uomini della scorta scendono dall’auto e si apprestano verso il tappeto rosso insieme al personaggio vip, dopo pochi attimi la minaccia viene individuata e neutralizzata dagli uomini del reparto speciale che si occupano subito dopo di mettere in sicurezza il vip facendolo tornare nell’auto e portandolo via a velocità elevata. Una scena che siamo abituati a vedere nei grandi film di azione, ma che stavolta non dà spazio alla spettacolarità a causa della velocità e dell’efficienza con cui i militari risolvono a loro vantaggio questa situazione delicata. Ben più spettacolare la seconda esercitazione della giornata con la creazione ad hoc dell’assalto ad un pullman di linea dirottato da alcuni terroristi con passeggeri tenuti a bordo in ostaggio. Quando nel piazzale della simulazione arriva l’autobus un furgone dei carabinieri appostato nelle vicinanze gli taglia la strada costringendolo ad una brusca fermata,  è quello l’inizio dell’attacco deliberato da parte degli uomini del GIS che , a seguito di una serie di esplosioni controllate , sfondano i finestrini laterali del mezzo. A quel punto davanti alla fuga del terrorista ostile entra in scena Gas, pastore belga dell’unità cinofila costituita un anno fa K9, che bracca il soggetto ostile costringendolo alla resa. Una prova di forza spettacolare che ci ha confermato il perché questo corpo d’élite si sia conquistato fin dalla sua nascita il rispetto dei più rinomati reparti speciali europei e statunitensi grazie ad un livello qualitativo d’eccezione che l’ha portato in molte missioni internazionali nei teatri delle più delicate crisi mondiali.

Questa è solo l’ultima di molte altre esercitazioni che si compiono sul territorio italiano da parte dei carabinieri: da luglio hanno iniziato un percorso di addestramento le Aliquote di Pronto Intervento (API) e le Squadre Operative di Soccorso (SOS) per garantire la sicurezza dei cittadini in caso di azioni terroristiche. Esercitazioni dove si simulano di soliti eventi avvenuti realmente nei mesi passati, come quello terroristico avvenuto in Belgio, Francia e Germania qualche mese fa. Obiettivo principale di queste esercitazioni è , ovviamente , quello di testare tutte le componenti che intervengono in caso di attentato per coadiuvare i vari gruppi e valutare la sinergia tra le varie componenti dei carabinieri in tutti gli scenari possibili. Dettate dalla necessità sempre più pressante di non sottovalutare il rischio terroristico e dal bisogno di sperimentare dal vivo le strategie d’intervento, queste esercitazioni sono dei veri e propri banchi di prova per capire cosa funziona e cosa può migliorare per prevenire la minaccia di attentati dal momento che il rischio terrorismo riguarda ormai tutti e non occorre per questo abbassare la guardia. 

Generale Gianfranco Milillo

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