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"Il silenzio è dolo" - educare e sensibilizzare i giovani alla lotta alla mafia - di Generale Gianfranco Milillo

In questi giorni è stata presentata nella Sala stampa della Camera dei Deputati un’iniziativa volta a sensibilizzare ed educare i giovani alla lotta alla mafia. È stata ideata dal giornalista, pubblicista e scrittore Ismaele La Vardera, volto noto anche del programma “Le Iene” e dal cantautore e rocker Marco Ligabue. La Vardera ha presentato il suo libro: “Il mio nome è Zoccola e per la camorra sono un figlio di puttana” e Ligabue la sua canzone “Un attimo fa” con l’intervento del rapper napoletano Lucariello (autore della serie TV “Gomorra” ) ed ha parlato del tour che li porterà a breve in oltre 30 tappe in tutta Italia con la collaborazione di ScuolaZoo, la più grande community di studenti italiani con più di 2,7 milioni di seguaci). Si calcola che, durante il tour, verranno raggiunti circa 20.000 studenti, perché ci sarà la collaborazione dei Rappresentanti d’Istituto ScuolaZoo (R.I.S.) che organizzeranno assemblee plenarie con circa 500 studenti per volta. La Vardera è considerato quasi un eroe perché ha denunciato nella trasmissione “Le Iene” un broglio elettorale con nomine pilotate degli scrutatori. Lo scandalo era stato denunciato da Telejato TV antimafia diretta da Pino Maniaci, ma con il clamore suscitato dai servizi de “Le Iene” si era giunti alle dimissioni del sindaco e  della giunta. Ma nel progetto attuale l’eroe che verrà proposto ai giovani è Benedetto Zoccola, un imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare i suoi estorsori. Egli ereditato un terreno aveva deciso di realizzare una lottizzazione, ma era stato picchiato e minacciato e gli era stata fatta la richiesta di 50.000 euro per poter iniziare la sua attività. Era il 2012 e lui denunciò i suoi estorsori. Fu posto sotto scorta, ma, nonostante questo, dopo qualche mese fu posta una bomba carta nel suo studio. Dopo un corteo di solidarietà fu posta davanti alla sua casa una seconda bomba e ricevette minacce e lettere intimidatorie. Riuscì a far arrestare gli estorsori fingendo di accettare le loro richieste e le registrazioni effettuate con le “cimici” poste nel suo studio dalla Dda incastrarono il reggente del Clan Americo Di Leone. Per la prima volta anche un Comune (quello di Mondragone) si costituì parte civile e come segno di solidarietà furono assegnati a Zoccola, divenuto vicesindaco, incarichi delicati in Giunta (come le infrastrutture e la nettezza urbana). Questo provocò ancora di più la camorra e così, anche se sotto scorta, fu oggetto di un altro attentato. Mentre stava per uscire dal suo studio lo investì l’onda d’urto di un ordigno scoppiato nel suo cortile lesionandogli un occhio e rendendolo sordo da un orecchio. Un nuovo corteo di solidarietà seguito da un’altra bomba carta dimostrò che la criminalità non intendeva cedere, ma non riuscirono a minare il suo coraggio.

Ora la sua storia di eroismo e coraggio verrà proposta ai giovani come un esempio da imitare. La Vardera e Ligabue nella presentazione del tour hanno fatto notare che la musica è un linguaggio più vicino ai giovani e sperano con questo mezzo di invitarli ad occuparsi di legalità a partire dalle piccole cose, cambiando la cultura camorristica e praticando la legalità a partire dalla propria strada. L’intento è quello di far capire ai giovani che il cambiamento può e deve partire da quello che ognuno di noi compie nel quotidiano e i giovani debbono avere la consapevolezza di poter creare il proprio futuro senza farsi frenare dalla paura. Il protagonista della vicenda e del libro Benedetto Zoccola ha affermato di aver pianto di gioia quando ha conosciuto l’iniziativa perché finalmente non si sentiva più solo e si sentiva pronto per affrontare una nuova vita. Ha, inoltre, invitato gli altri imprenditori che si fossero trovati nelle sue condizioni a ribellarsi alle prepotenze, a non aver paura di affidarsi allo Stato che è presente, ha affermato anche che ogni cittadino deve fare la sua scelta di legalità per non vivere come un’ombra, ma entrare nella vita normale. È necessario, però, unirsi per trovare il coraggio di ribellarsi ad ogni sopruso perché l’unione fa la forza, se si rimane soli si diventa più facilmente bersagli. Zoccola ha affermato che spesso il problema sono le persone per bene, le loro denunce mancate, i ricatti subiti in silenzio, le tangenti pagate.

Fa parte del progetto “Il silenzio è dolo” un concorso rivolto agli studenti in cui essi sono invitati ad esprimersi con il linguaggio da loro preferito sulle tematiche connesse alla democrazia, alla giustizia, alla legalità. Ogni scuola, inoltre, potrà intitolare un’aula ad una vittima di mafia o terrorismo. A proposito di questo mi piace concludere con una frase di Giovanni Falcone, egli diceva che chi ha il coraggio di denunciare un gesto mafioso può morire una volta, ma chi, pur vedendo il gesto mafioso preferisce tacere, muore due volte.

Generale Gianfranco Milillo

Generale Gianfranco Milillo - 'Il silenzio e' dolo'