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Pompei: riapre la Casa dei Vetii ed è subito boom di visitatori - di Generale Gianfranco Milillo

Per il secondo anno consecutivo poco prima del Natale nel sito archeologico di Pompei sono stati restituiti alla fruizione ed all’ammirazione del pubblico importanti aree dopo i restauri effettuati e la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico di circa 50.000 metri quadri tra il centro e il confine settentrionale dell’antica città. Così, grazie agli ingenti investimenti del “Grande Progetto Pompei”, dopo gli scandali di alcuni anni fa, che avevano offuscato la fama di questo unicum archeologico, si è verificata una vera e propria rinascita dell’area come dimostrano i più di 3.600.000 visitatori che durante questo 2016 hanno ammirato i resti della città restituita alla nostra vista. Il 7-12-’16 alla presenza di Gentiloni e del ministro Franceschini, dopo ben quindici anni, ha riaperto la casa dei Vettii, una tra le più ricche e famose posta sotto la protezione di Priapo. I lavori effettuati nella casa hanno interessato l’ingresso, l’atrio ed i cubicola circostanti, il triclinio con gli splendidi affreschi mitologici tra i quali quello che raffigura Arianna abbandonata in Nasso da Teseo. La ricchezza dei proprietari è testimoniata dalle casseforti bronzee (dall’anima in legno rivestita da lastre di bronzo decorate con una serratura con un complesso meccanismo). Ognuna di esse pesa 150 chili ed ora una è tornata ad essere posta nell’atrio. I lavori effettuati hanno permesso di aprire al pubblico anche un piccolo Lupanare con affreschi erotici e la maestosa casa di Obellio Firmo che si affaccia sul decumano di via Nola. È questa una tra le più grandi dimore pompeiane. La casa presenta due ingressi, quello principale con un atrio a 4 colonne in tufo alte 7,20 metri ed un atrio secondario con sedili in muratura per accogliere i clientes probabilmente numerosi, forse a questi appartenevano i cinque scheletri rinvenuti. Anche in questa casa si trova nell’atrio una cassaforte in bronzo e ferro. Nella domus sono presenti anche delle piccole terme. Una seconda casa riaperta è quella di Marco Lucrezio Frontone, uomo politico, come si intuisce dalle iscrizioni elettorali rinvenute. Non è estesissima, solo 460 m2 ma è particolarmente raffinata. Nell’atrio si trovano eleganti decorazioni in affresco su fondo nero con quadretti che raffigurano immaginarie ville marittime. Il restauro ha riportato alla nostra vista gli affreschi del triclinio tra cui uno che raffigura  l’uccisione di Neottolemo da parte di Oreste. Nella parte adibita ai servizi sono evidenti i segni della trasformazione dell’edificio in panificio. Queste acquisizioni si aggiungono a quelle del Marzo 2016 e del Dicembre 2015 con l’apertura di importanti domus come la Casa di Giulia Felice, quelle di Ottavio Quartione, Marco Lucrezio, la cosiddetta del Frutteto e quella di Venere in conchiglia che, però, vengono aperte a rotazione per salvaguardarne l’integrità. Altri edifici aperti al pubblico sono stati la Fullonica di Stephanus, interessante anche per la comprensione dei metodi di tiratura delle stoffe. Nella fullonica sono presenti vasche in muratura per il risciacquo dei tessuti alimentate da un flusso di acqua costante, bacini di pietra per la tintura, il lavaggio e la smacchiatura (che avveniva per mezzo di argilla ed urina). Al piano soprastante si trovano terrazze per l’asciugatura e la stiratura dei tessuti. Un’altra domus grandiosa è quella di Giulia Felice, una villa, definita così per l’ampio giardino-orto, arricchita da un impianto termale. Dopo il terremoto del 62 d.C., che aveva causato una penuria di alloggi, la proprietaria decise di affittare parte della sua casa. Il relativo annuncio, che chiedeva persone “perbene” come inquilini è esposto al museo archeologico di Napoli. La casa di Paquius Proculus (un ricco fornaio, candidato alle cariche pubbliche) mostra mosaici ed un peristilio con pareti decorate con soggetti nilotici secondo la moda egizianeggiante dell’epoca. Interessanti anche le case del Sacerdos Amandus, la casa di Fabius Amandus, rappresentante del ceto medio, la casa dell’Efebo, ricca dimora di mercanti con lussuose decorazioni su pareti e pavimenti. Particolarmente interessante è la Domus della Venere in conchiglia dove su una parete splende la pittura della dea sul mare con a lato la statua di Marte. Questo affresco ritrae la bellezza della dea sorgente dal mare sorretta da una conchiglia anticipando di secoli la pittura di Botticelli. Vediamo, pertanto, con soddisfazione e con orgoglio rinascere e rivivere questa antica città che un disastro naturale ha distrutto, ma insieme protetto, perché noi potessimo riscoprirla. A noi ed alle generazioni future il compito di proteggerla e mantenerla.

Generale Gianfranco Milillo

Generale Gianfranco Milillo - Pompei: riapre la Casa dei Vetii